L’ORECCHIO:

Come prima cosa è opportuno descrivere l’apparato vestibolare, poiché punto di partenza di tutti quei sintomi collaterali che si manifestano in seguito alle accelerazioni gravitazionali.

 L’organo dell’ equilibrio è costituito da:

 I canali semicircolari

  *L’organo statico.

 

 

 

CANALI SEMICIRCOLARI:

I canali semicircolari sono tre, disposti ortogonalmente tra loro come i lati di un cubo, in modo che ognuno possa tenere conto degli spostamenti in una dimensione dello spazio. Questi canali contengono un liquido che, ad ogni cambiamento di posizione del corpo o della testa, circola all’interno dei canali stessi. Questi hanno le pareti interne ricoperte di cellule peduncolari, chiamate “cilia” che hanno la funzione di avvertire ogni movimento del liquido, e di mandare quindi l’informazione al cervello, così da consentirci di prendere coscienza dei nostri movimenti. Poiché madre natura ha progettato questi organi per funzionare sul suolo, ne deriva che in aria i canali semicircolari avvertono solo i movimenti della persona e non i movimenti relativi allo spazio.

 

 

ORGANO STATICO:

A differenza dei canali circolari, che provvedono a fornire le sensazioni di moto, l’organo statico fornisce le sensazioni di accelerazione. E’ costituito da minuscoli depositi di carbonato di calcio, chiamati otoliti, che sono immersi in una sostanza gelatinosa, entro la quale ci sono anche delle cellule peduncolari collegate al sistema nervoso.

Quando la testa viene spinta in avanti, indietro o lateralmente, gli otoliti (che seppur piccoli possiedono una loro inerzia), spostano la sostanza gelatinosa che trasmette il movimento ai peduncoli.

Alcuni incidenti indotti dalle sensazioni illusorie provocate dall’organo statico avvengono durante il decollo di notte su piste poco illuminate. Sollecitati dall’accelerazione indotta dalla manovra di decollo, gli otoliti rotolano all’indietro, dando al pilota la sensazione di essere in forte cabrata.

 

DISORIENTAMENTO SPAZIALE:

Il disorientamento spaziale si manifesta in presenza di uno stimolo a bassa intensità prodotto da uno o più centri preposti all’orientamento e dalla contemporanea mancanza di stimoli visivi. E’ una normale condizione fisiologica a stimoli e sensazioni in conflitto tra loro.

 Volo tra le nubi e inizio di una virata verso sinistra:

     *Il liquido si muove nei canali e si avverte la virata.

     Una volta che la virata è stabilizzata a un rateo costante, il fluido si ferma e si ha quindi la sensazione di essere in volo livellato.

    *Supponiamo ora di notare l’errore e di riportare l’aereo in volo livellato.

    *Il fluido torna a circolare e si avverte nuovamente la sensazione del moto verso destra.

    *Quando però si ferma la rollata al punto di livellamento, il fluido continua        a circolare per inerzia, facendo sorgere la sensazione di essere ancora in        virata a destra.

E’ facile capire come possa presto sopraggiungere la perdita di controllo dell’aereo

Un’altra limitazione dei canali circolari riguardo al volo è dovuta alla soglia di eccitazione delle cellule peduncolari, per cui un movimento intorno ad un asse dell’ aereo che avviene dolcemente può non essere avvertito.

 

 

LE VERTIGINI:

Per le vertigini il discorso è diverso. Esse costituiscono il sovraccarico sensoriale di alta intensità, potenzialmente pericoloso sia per i piloti esperti in volo strumentale, sia per i meno esperti, tanto più che possono manifestarsi anche in condizione di visibilità illimitata. Quando tutto il liquido contenuto nei tre canali semicircolari viene messo in circolazione simultaneamente, l’eccessiva stimolazione delle cilia può provocare le vertigini.

La situazione che più di altre porta al verificarsi di questa condizione avviene quando il pilota compie un movimento della testa mentre l’aereo sta virando. Le conseguenze sono drammatiche: il pilota ad ogni effetto pratico è reso inabile. Può avere le sensazioni di nuotare, oppure può sentire l’aereo che capitombola all’indietro o lateralmente. Sensazione che solitamente sono accompagnate da stordimento, nausea, vomito ed il fenomeno dell’ nistagmo, ossia l’oscillazione dei muscoli oculari.

 

 

COSA FARE ALLORA?

La regola di base è quella di eseguire molti allenamenti di volo strumentale. Quando è disponibile un riferimento visivo, le sensazioni illusorie non si manifestano, poiché lo stimolo nervoso generato dalla vista cancella gli stimoli più deboli generati dall’organo dell’equilibrio.

I piloti più esperti sono così in grado di ignorare queste sensazioni e di credere fermamente a quanto gli strumenti stanno loro indicando.

 

 

PERCHE’ SI SOFFRONO I G?

L’organismo durante una manovra aerea risulta soggetto a variazioni di velocità e di direzione:

 Accelerazioni rettilinee:

Generate in seguito a variazioni di velocità che solitamente agiscono in senso rettilineo ed hanno valori relativamente modesti.

In decollo la forza subita dal pilota è orientata petto-schiena, producendo una sensazione di insaccamento del corpo al seggiolino (viceversa in atterraggio) che risulta facilmente tollerabile e non spiacevole.

Sono quelle accelerazioni che causano brusche variazioni della pressione sanguigna e dell’irrorazione celebrale. Tali forze stimolano, attraverso i recettori pressori, la produzione di adrenalina e noradrenalina che favoriscono il ripristino dei valori normali.

* Accelerazioni centrifughe:

Per capire come può variare l’entità di tale componente è necessario analizzare il diagramma delle forza durante una virata.

L’effetto della forza di gravità resta costante a qualsiasi velocità mentre la componente centrifuga è inversamente proporzionale al raggio di virata, cioè al raggio di curvatura della traiettoria descritta dal velivolo. Essa è invece direttamente proporzionale al quadrato della velocità; raddoppiando pertanto la velocità senza aumentare il raggio, la forza centrifuga aumenta del quadruplo.

Le ripercussioni sull’organismo sono, in mancanza di visibilità, l’insorgenza del disorientamento spazio-temporale a causa della stimolazione dei canali semicircolari. In tale situazione, il corpo reagisce stimolando, attraverso i recettori posizionali, il recupero dell’ equilibrio.

 Ma…

Durante il volo acrobatico il manifestarsi di tutte queste alterazioni fisiche avviene in un lasso di tempo molto breve. Di conseguenza l’organismo si confonde ed insorgono dei malori quali nausea, capogiri, sudori freddi, ecc..

 

 

FATTORI COMPLEMENTARI:

*Lo sballottamento:

 Causa la dislocazione dei visceri

 Sollecita i sistemi simpatico e parasimpatico

 Squilibra il sistema di regolazione termica

 Aumenta la sudorazione dell’individuo

 Lo stress:

Il volo acrobatico è una tecnica molto emozionante e faticosa. Se a ciò si aggiunge lo sforzo psico-fisico del pilotare un velivolo, si ha che in condizioni di stress eccessivo, l’organismo risulta maggiormente soggetto agli effetti collaterali esposti precedentemente, mandando in crisi il pilota.

 L’alcol ed il fumo:

Ovviamente tali elementi non possono che accentuare gli stress dell’organismo agli sforzi esercitati.

In particolare agiscono sul sistema nervoso centrale riducendo la resistenza alla fatica psico-fisica.

 

 

ALTRI FATTORI:

Gli altri fattori che inducono ad una variazione delle condizioni corporee sono:

 La Glicemia:

Un basso livello di zuccheri nel sangue riduce sensibilmente la resistenza ai G, a causa dell’aumento del consumo di glucosio da parte delle cellule celebrali

 L’età:

La massima resistenza agli effetti gravitazionali si ha intorno ai 30 anni. Meno resistenti sono i giovanissimi, nei quali l’organismo non ha ancora raggiunto il suo completo sviluppo. I soggetti più anziani resistono maggiormente ai G poiché, con l’avanzare dell’età, subentra un aumento medio della pressione arteriosa ed una perdita di distensibilità delle pareti vascolari.

 Il G-Onset:

Il G-Onset, è la rapidità con la quale il fattore di carico passa da 1 al valore finale indotto dalla manovra.

E’ dimostrato che il G-Onset è il fattore predominante nei casi di incapacità del pilota. Non è infatti tanto importante il numero di G massimi, ma la rapidità con la quale vengono raggiunti.

* Elevati valori di G-Onset (>10g/s) mettono in crisi il sistema cardiovascolare perché:

             La variazione di pressione sanguigna è troppo rapida per                  essere compensata,

            * Il pilota non ha tempo a sufficienza per effettuare azioni                 volontarie di contrasto come la contrazione addominale ecc..

 

 

I G POSITIVI:

Ottenuti durante manovre quali la richiamata, durante la quale il sangue fluisce dalla testa ai piedi.

 Effetti fisici in manovra:

             +2 G: si ha principalmente sensazione di pesantezza degli arti,

             +3 G: le gambe diventano troppo pesanti da sollevare,

             +4 G: la testa ed anche il tronco sono mantenuti eretti con difficoltà,

             +5 G: non si ha più il controllo dei movimenti muscolari,

            * +6 G: non si possono alzare le braccia al di sopra del capo; è                    ancora possibile eseguire piccoli movimenti delle dita e                   delle mani, ma solo quando l’altro braccio è ben appoggiato.

 Effetti visivi in manovra:

Tali effetti sono dovuti alla variazione di irrorazione sanguigna degli occhi:

            * +3 G: diminuisce la nitidezza ed il contrasto dei G, e si ha                 offuscamento prima della visione periferica, poi anche della                 visione centrale.

            * +4 G: progressivo restringimento del campo visivo e                  subentra l’annebbiamento generale della vista.

            * +5 e +6 G: un velo nero cala davanti agli occhi e si ha la                  perdita completa di vista, cioè la visione nera (“black out”).

Non comporta perdita di conoscenza e interrompendo la manovra acrobatica, solo dopo qualche secondo dal termine di essa, la vista riprende le sue funzioni normali ed i muscoli riacquistano la possibilità di contrarsi senza sforzo.

 

 

RESISTERE AI G POSITIVI:

Nel caso in cui il pilota debba affrontare una condizione di G positivi (fisicamente più sopportabili rispetto a quelli negativi) si eseguono le manovre M1 e L1 non appena insorge il G-Onset.

 Manovra M1:

E’ una manovra simile allo sforzo di sollevamento di un peso:

 Contrarre i muscoli degli arti e dell’addome

 Espirare lentamente e con forza attraverso la glottide parzialmente      chiusa

            *Ispirare rapidamente

 Manovra L1:

Simile alla manovra M1:

             Contrarre i muscoli degli arti e dell’addome

             Trattenere il respiro mantenendo la glottide chiusa

             Espirare rapidamente, inspirare e ripetere

* Tute anti-G:

Per aumentare la tolleranza umana agli effetti dell’ aumento del fattore di carico, vengono generalmente usate dai piloti militari di aviogetti le cosiddette tute anti-G.

Si tratta di speciali indumenti protettivi costituiti da vesciche pneumatiche o da tubi rigonfiabili automaticamente e proporzionalmente al numero di G cui il soggetto è esposto: tale rigonfiamento, attuato principalmente in corrispondenza dell’ addome, delle cosce e delle gambe, e ad accelerazioni positive di 2-3 G, contrasta l’insaccamento ed il ristagno del sangue nelle regioni inferiori del corpo, facilitando quindi l’afflusso del sangue nelle regioni superiori e aumentando di circa 1-2 G la resistenza del pilota.

 

 

I G NEGATIVI:

Molto più affaticanti e faticose sono le esposizioni alle accelerazioni dirette in senso piedi-testa, cioè ai cosiddetti G negativi che possono verificarsi:

* Durante l’affondata dal volo orizzontale a quello di picchiata,

* Nel looping rovescio,

* Nel volo rovescio.

I queste condizioni si verifica l’afflusso ed il ristagno della massa sanguigna nella parte superiore del corpo, specie nella zona celebrale.

* I disturbi che si verificano sono:

            * Congestione del viso,

            * Difficoltà respiratorie,

            * Ronzii e fischi alle orecchie

            * Cefalea persistente,

            * Visione rossa dovuta all’eccessiva irrorazione degli occhi

 

 

RESISTERE AI G NEGATIVI:

Non esistono manovre di efficacia pari a quelle delle manovre M1 e L1, d’altro canto è impensabile agire con le tute anti-G negli organi superiori, per ovvi motivi.

 All’insorgere del G negativo:

             Inspirare lentamente dilatando il torace e l’addome

             Cercare di completare l’ispirazione quando il G cessa

Sul piano pratico le accelerazioni negative vengono evitate con manovre opportune: ad esempio eseguire la picchiata inclinando il velivolo fortemente sul lato ed esecuzione di una virata in discesa.

I G negativi vengono di norma evitati poiché, anche da un punto di vista strutturale, i velivoli di norma resistono fino ai –2 G prima di subire danni strutturali.

 

 

ALIMENTAZIONE CORRETTA ED ATTIVITA’ CONTROLLATE:

 In allenamento o preparazione aerobica:

             Rispettare il ciclo del sonno

             Non volare stanchi o stressati

             Evitare di assumere alcol

             Prestare attenzione ai farmaci

                         Anticoagulanti (anche aspirina)

                         Analgesici o tranquillanti

* Alimentazione:

Volare a stomaco vuoto o a stomaco pieno?

A tale domanda non esiste una risposta univoca, dipende da fattori personali dove ciascuno deve capire da solo come si trova meglio. In linea di massima, tuttavia, è meglio evitare di mangiare molto per ovvi motivi.

* Prediligere:

             Carboidrati quali pasta e pane

             Carni bianche o a basso contenuto di grassi (pollo, tacchino)

             Frutta e verdura

 * Acqua e bevande non gassate (poiché la disidratazione                       sopravviene soprattutto in condizioni di stress)

      * Zuccheri (da mantenere sempre elevati nell’organismo)

 

 

 

 

PREPARAZIONE ATLETICA:

Non esistono dati convincenti sull’utilità del training aerobico per aumentare la resistenza ai G. E’ invece dimostrato che un eccessivo allenamento aerobico predispone alla perdita di conoscenza in volo. A tale attività viene preferito l’allenamento isometrico (pesi stretching) che favorisce un aumento significativo ( anche 1.5 – 2 G) della resistenza ai G. In linea generale una buona forma fisica è necessaria ad ottenere un soddisfacente livello di tolleranza al volo acrobatico.